Feldmaresciallo tedesco. Sottotenente durante la prima guerra mondiale,
entrò, in seguito, a far parte del gruppo di ufficiali scelti della
Reichswehr, base costitutiva della Wehrmacht hitleriana. Ufficiale di Stato
Maggiore, nel 1939 fu promosso brigadiere generale e partecipò alla
campagna di Polonia, a capo della decima armata. Nel 1942 assunse il comando
della sesta armata sul fronte Occidentale. Dopo la firma dell'armistizio con la
Francia, fu distaccato presso il quartier generale come Oberquartiermaster e
capo di Stato Maggiore delle truppe corazzate. Nel 1942 assunse il comando della
sesta armata del fronte orientale, con l'ordine di avanzare su Stalingrado, la
città-chiave sul Volga. Stalingrado non aveva difese naturali e sembrava
che l'impeto dell'avanzata tedesca fosse in grado di travolgerla senza
difficoltà. Tuttavia, i Russi riuscirono nell'intento di fiaccare la
resistenza e le risorse belliche dell'esercito nemico. Fallita l'offensiva, la
sesta armata, composta da 300.000 uomini, costretta dagli ordini di Hitler a non
retrocedere, fu circondata dalle forze sovietiche. Il 2 febbraio 1943,
P.
(il quale, nel frattempo, era stato promosso feldmaresciallo), compresa
l'inutilità del tentativo di contrastare i Russi, prese l'iniziativa
personale di chiedere la resa. Messosi ormai in opposizione a Hitler e fatto
prigioniero in Unione Sovietica, nel 1944,
P. organizzò movimenti
antinazisti tra i prigionieri e lanciò appelli radiofonici al popolo
tedesco, affinché si verificassero sollevazioni contro il regime. Rimesso
in libertà nel 1950,
P. si stabilì nella Repubblica
Democratica Tedesca (Breitenau, Assia 1890 - Dresda 1957).